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The Chapter room has been the seat of the Venerable Confraternity of the SS. Sacramento and S. Rosario. Formerly called Sala del Trebbio it was built by Cistercian monks in the first half of the 12th century. Visits to museums can be requested by calling the parish priest on the number highlighted above. For visits to the entire abbey complex, contact the Confraternity volunteers.
Info: Mr. Bastianelli 3475358259 E-mail: confrate@libero.it
CAPITULAR MUSEUM OF THE ABBEY OF SAN MARTINO AL CIMINO
HISTORY
The Chapter room has been the seat of the Venerable Confraternity of the SS. Sacramento and S. Rosario. Formerly called Sala del Trebbio, it was built by Cistercian monks in the first half of the 12th century, consecrated with the rest of the abbey complex in 1225 by Cardinal Raniero Capocci from Viterbo and by the abbot of the time John II. It is accessed from the ancient and now almost disappeared “cloistered monasteries” cloister. The ancient Armarium, located on the east side of the cloister of the Cistercian abbey of San Martino al Cimino, was the monks’ library called “busaria”. Dating back to the first half of the 13th century and frescoed in 1503 and 1650, today the chapter museum of the Confraternity is exhibited, including works and furnishings that testify to the life of the Cistercian abbey and subsequently of the life of the Brotherhood over the centuries.
DESCRIPTION
The Chapter Hall is a large rectangular room with a single nave, covered by three ribbed cross vaults and a large arch. The frame that runs along the walls, under the decorated lunettes, is made up of conical elements called corbels on which the ribs of the crosses fall, very similar to those of the contiguous environment called Locutorium. The inverted cone corbels are similar to those in the chapter house of the abbey of Pontigny, which ascertains that the same workers of Burgundian monks who built the rooms of the French abbey worked in San Martino. The sails were commissioned in the first half of the sixteenth century by the feudal lord of the abbey Cardinal Alessandro Farnese, the future Pope Paul III. They were adorned by Mannerist painters with “grotesque” representations and comparable to those of Castel Sant’Angelo and attributed to the school of Taddeo Zuccari (the first span near the entrance door) and the other two internal spans to Luzio Romano. The side lunettes were frescoed by Donna Olimpia Maidalchini Pamphilij, princess of San Martino, in 1652 by the painters Leonardo Santi and Giovan Battista Magni and depicting the fiefs purchased by the princess: Montecalvello, Poggio di Guardea, Alviano, Attigliano. The central lunettes depict mythological scenes with “Paris and the golden apple” and “the labors of Hercules”. The floor of the Borrominiana school is of great value.
IL MUSEO
L’antico Armarium, posto nel lato est del chiostro dell’abbazia cistercense di San Martino al Cimino, risalente alla prima metà del XIII secolo, è oggi il museo Capitolare della Confraternita, comprendente opere e suppellettili che testimoniano la vita dell’abbazia cistercense e successivamente della vita Confraternita nel corso dei secoli. Tra i vari oggetti conservati sono degni di nota nella sala antistante la Sala Capitolare lo Stendardo processionale della Ven. Confraternita del SS. Sacramento e S. Rosario commissionato al pittore Giovanni Maria MARIJ in occasione del giubileo del 1725. Una delle due “Banderuole” originali risalenti al 1654 che sormontavano le cuspide dei campanili della chiesa abbaziale e indicanti la direzione dei venti, con al centro l’emblema della famiglia Pamphilij. Accanto alla parete di sinistra è esposto l’antico orologio meccanico dell’abbazia risalente al XVII secolo. Nella Sala Capitolare vera e propria troviamo esposti altre importantissime testimonianze del passato: Una vetrina contenente suppellettili per attività liturgiche risalenti al XVI e XVII secolo che testimoniano le vicissitudine storiche della Confraternita all’interno dell’abbazia cistercense. In alto sopra la vetrina, una tela detta “ovatino”, raffigurante la Madonna del Rosario di autore ignoto risalente al XVII secolo. Un’altra tela raffigurante il Santissimo Salvatore detta “Palio della contrade” della prima metà del XVIII secolo di autore ignoto e da annoverare – dato il suo importante valore sociale e antropologico – al Palio conteso dalle quattro contrade sammartinesi che si svolgeva il giorno dell’Assunta durante la processione detta “cavalcata del SS. Salvatore o “ li giochi delli cavalieri” nella piazza grande del borgo. Le contrade sammartinesi ebbero inizio con Donna Olimpia nel 1646 che volle dividere il borgo in quattro parti secondo un preciso piano orografico e di costruzione del nuovo borgo. Agli inizi del 1900 si era persa memoria delle contrade e dei loro vessilli e grazie ad lungo e paziente studio di Colombo Bastianelli storico locale, siamo in grado di conoscere le forme ed i colori degli antichi stemmi delle contrade sammartinesi. Troviamo esposte altresì in varie teche, pergamene risalenti al XIII e XIV secolo provenienti dallo scriptorim dell’abbazia cistercense di S. Martino al Cimino ed anche una tela raffigurante “Cristo Redentore” risalente alla seconda metà del XVII secolo e di autore ignoto. L’opera è in attesa di radicale restauro.
ESSENTIAL BIBLIOGRAPHY
Colombo Bastianelli “San Martino al Cimino” edito dalla Confraternita del SS. Sacramento e S. Rosario 1999.
Colombo Bastianelli “Le contrade di San Martino al Cimino” 2006.
Archivio storico della Confraternita di San Martino al Cimino.