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PORTA FAUL
STORIA E DESCRIZIONE
Porta Faul si apre in un’antica torre, la cui parte superiore è stata demolita. Un’epigrafe ricorda che l’apertura di porta Faul avvenne nel 1568, successivamente alla chiusura di porta di Valle, con l’autorizzazione del cardinale Alessandro Farnese. Lo stemma della sua famiglia campeggia nella parte superiore della porta, insieme a quelli del comune di Viterbo e del vice legato Ansoino Polo. Chiamata inizialmente Porta Farnesiana, in onore di Alessandro Farnese, il popolo di Viterbo la ribattezzò Porta Faul perché permetteva di entrare nella adiacente Valle di Faul. Lo storico locale A. Scriattoli ricorda, inoltre, un’altra epigrafe, in cui era ricordata una inondazione dell’Urcionio avvenuta il 26 ottobre 1706, che distrusse un tratto delle mura cittadine. Nel Medioevo, vicino a Porta di Valle, era stata costruita la parte finale delle mura per racchiudere tutta la città. Lì vicino passa il fosso Urcionio. Nel 1454 si ha menzione di un primo straripamento del fosso, che sommerse campi, persone e distrusse le mura da poco costruite. Diventò, perciò necessario ripararle e in quell’occasione si decise di fare una nuova porta per sostituire Porta di Valle. Questa porta fu aperta in un’antica torre di cui è stata tagliata la parte superiore. L’etimologia del monogramma FAUL che denomina la porta, viene fornito dalle fonti gia nel XV secolo, attraverso il sacerdote domenicano Annio da Viterbo, studioso serio, ma pieno di fantasia. Il forte campanilismo e l’ingegno erudita lo portarono a raccontare storie di origini mitologiche della città. Noè aveva fondato quattro castelli: Fanum, Arbanum, Vetulonia, Longola. Le iniziali di questi quattro nomi diedero origine al monogramma. Dall’unione di questi quattro centri sarebbe nata Viterbo. Dopo questo racconto venne messo, sotto la zampa del leone dello stemma, un globo diviso in quattro parti in cui apparivano le lettere F.A.U.L.: appunto le iniziali dei castelli che avevano formato Viterbo. Nei pressi di porta Faul sorgeva la Torre della Galliana, detta torre del Branca, dal nome del podestà di Viterbo che ne ordinò la costruzione nel 1295.