PALAZZO CHIGI
Eretto nella seconda metà del Quattrocento per volere della famiglia Caetani, mercanti pisani trasferitisi nella città, l’edificio fu acquistato dai Chigi nel primo decennio del Cinquecento.
Eretto nella seconda metà del Quattrocento per volere della famiglia Caetani, mercanti pisani trasferitisi nella città, l’edificio fu acquistato dai Chigi nel primo decennio del Cinquecento.
La costruzione del palazzo con le fattezze tipiche dell’edilizia privata viterbese del tardo medioevo, risale al XIII secolo secondo lo storico viterbese Cesare Pinzi. Attraverso le fonti apprendiamo che Valentino della Pagnotta, facoltoso agricoltore eletto Priore della Città nel 1458, “ abitava appresso alla fontana di S. Lorenzo”. Tuttora il mirabile esempio di architettura medievale conserva il nome di Valentino della Pagnotta.
L’edificio nato come fortezza nel XI secolo, venne trasformato in residenza signorile , e castellare poi, attraverso i diersi possessori nobiliari che si succedettero nel tempo. L’edificio subì ulteriori ampliamenti da prima con Nardo Mazzatosta, poi con Bartolomeo Mazzatosta tra il 1460 e il 1560, tesoriere di Papa Eugenio IV, fratello di Nardo, che ne utilizzarono gli spazi interni, riducendo anche i cortili o “richiastri “.
Nel 1625 il vetrallese Alessandro Brugiotti acquistò un palazzo in via Farnesiana, lo stesso appartenuto prima a Rosio Archilegi e in seguito alla famiglia Pico. Nel 1651 poi Pietro Brugiotti, figlio di Alessandro, acquistò anche il palazzo adiacente a quello che vent’anni prima aveva comperato suo padre dai cugini Carlo De Angeli, Felice e Monaldo Messini, che lo avevano ereditato dal nonno Cosimo Musacchi.
Il Palazzo Lomellino D’Aragona è un’interessante rappresentazione delle bellezze di recente scoperta a Viterbo. Il palazzo non risulta nominato da nessuna delle guide classiche forse perché della sua storia se ne sono perse le tracce.
I palazzi comunali sono ubicati in piazza Plebiscito e via Ascenzi n° 1, facilmente raggiungibili dai grandi parcheggi al centro della città di piazza Martiri d’Ungheria (Sacrario) e dell’adiacente Valle Faul. Dal lunedì al venerdì e sabato mattina, si accede dall’ingresso di via Ascenzi n° 1 (Palazzo del Podestà); il sabato pomeriggio e la domenica si accede dalla scala del giardino interno a Palazzo dei Priori (ingresso su piazza Plebiscito n° 14). All’interno delle sale è disponibile la guida bilingue gratuita ai palazzi comunali.
Venne costruito su commissione di Raniero Gatti nel 1266 al fine di offrire ai pontefici ospiti della città una dimora sicura. Tale decisione coincise con l’iniziativa intrapresa nel 1257 da Alessandro IV il quale, preoccupato per l’instabilità politica presente a Roma, ritenne opportuno trasferire la sede pontificia in una città, in cui fosse più facile riorganizzare la resistenza guelfa.
L’origine del palazzo è legata alla famiglia dei Tignosi: come intuibile dalle caratteristiche architettoniche del portone d’ingresso e del cortile, la fondazione dovette avvenire nella seconda metà del XIII secolo.
Venne edificato nel corso del XIII secolo, in un periodo di grande espansione sia della città che della classe aristocratica. Pochi anni più tardi il palazzo rischiò di essere distrutto a seguito dell’abbandono della città da parte della famiglia Alessandri e dei Gatti per aver fatto parte della fazione guelfa.
Simbolo del potere politico della famiglia da cui prende il nome, venne costruito per volontà del capitano del popolo Raniero Gatti nel 1266, che ordinò la realizzazione di un complesso che si estendesse fino al convento dei Carmelitani Scalzi. Originariamente il palazzo era dotato almeno di sei torri, di cui oggi se ne conserva solo una di ridotte dimensioni.