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PORTA ROMANA
STORIA E DESCRIZIONE
Al contrario di quanto riportato dal Pinzi, secondo il quale la porta venne scolpita dal maestro Bernardino di Bagnaia, lo Scriattoli, sulla base di un documento dell’avvocato Oddi, afferma che, chiusa la Porta di S. Sisto posta nei pressi del campanile, la realizzazione della nuova porta fu affidata nel 1649 allo scalpellino Paolo Pieruzzi su disegno di Francesco Maiolino. L’epigrafe posta sopra di essa ricorda, comunque che nel 1705, ai tempi del pontificato di Clemente XI, per volere del governatore della provincia del Patrimonio, Marcellino Albergotti, la porta fu riccamente decorata. Sulla sua sommità si trova la statua di S. Rosa, Patrona della città, con a fianco gli stemmi di Clemente XI e Innocenzo X, che si recò a Viterbo in occasione del matrimonio di suo fratello Panfilo e donna Olimpia Maidalchini. Porta Romana fu rifatta in sostituzione di una porta più antica che si apriva sotto la torre, trasformata in campanile della chiesa di San Sisto. Detta, porta Pamphilia o Innocenziana perché venne inaugurata nel 1643 da Innocenzo X venuto a Viterbo a trovare sua cognata Donna Olimpia Pamphili, è ora denominata roamna perché da accesso alla volta di Roma. Le porte di legno che tutt’ora sono presenti, furono costruite dal vetrallese Francesco Minestrone.
BIBLIOGRAFIA
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