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Ubicazione:
Situato nei locali al pino terra di Palazzo Brugiotti, splendido esempio di architettura post-rinascimentale eretto nella seconda metà del sec. XVI, il museo si sviluppa su di una superficie di circa 440 mq. con reperti altolaziali, medioevali e rinascimentali, e l’annesso giardino “a sorpresa” con le generose fontane figurate. Il complesso museale, di proprietà della Fondazione CARIVIT – Ente Cassa di Risparmio della Provincia di Viterbo, è aperto al pubblico dal 22 giugno 1996.
Info: Orario: invernale ven/sab/dom 10:00-13:00, 15:00-19:00; estivo gio/ven/sab 10:00-13:00, 16:00-20:00;
MUSEO DELLA CERAMICA MEDIEVALE E RINASCIMENTALE
IL MUSEO
Il museo ospita circa 200 reperti provenienti dall’area altolaziale con esemplari delle primitive “panate” a semplice impasto – risalenti al XII secolo – variegati manufatti della quattrocentesca “famiglia verde” e splendidi esemplari decorati in “zaffera” blu a rilievo. Ai secoli XVI e XVII appartiene il gruppo della ceramica castrense dai colori solari e le caratteristiche casupole dipinte “a guazzo”. Seguono, in un percorso cronologico, la serie dei vasi da farmacia del 1600 decorati con stemmi dell’Ospedale e del Comune di Viterbo, stemma presente anche sull’ultimo ed unico reperto settecentesco della collezione. Accanto all’itinerario cronologico due gruppi di manufatti completano l’esposizione: il corredo di una spezieria del XV secolo con albarelli ed orcioli – su cui sono incise le “capacità” del contenuto – e un gruppo di ceramiche ispano-moresche, provenienti dal Museo di Barcellona.
LE CERAMICHE VITERBESI
Il territorio della città di Viterbo può vantare una lunghissima tradizione nel settore della ceramica artistica. La produzione ceramica di panate, boccali e piatti è regolamentata già dagli statuti del 1251 con cui vennero stabilite le norme che regolavano l’attività artigianale dei vasai e le caratteristiche dei manufatti stessi. Durante il XIII secolo la produzione si arricchì di nuove decorazioni realizzate con ossido di manganese per il colore bruno dei contorni e con ossido di rame per il verde delle campiture, il tutto ricoperto da uno strato di vetrina piombifera trasparente. Risale alla fine dello stesso secolo l’introduzione dello smalto stannifero con il quale veniva dato il fondo bianco alle decorazioni facendole risaltare con maggior vigore e brillantezza. Questo nuovo apporto alla produzione ceramica locale derivò probabilmente dai contatti con il meridione ed in particolare con le ceramiche siculo-arabe già da tempo trattate con smalto stannifero. Era il 1240, infatti, quando Federico II, dall’assedio di Faenza, annunciò la Settima Fiera Universale del suo impero, comunicando che “avendo a deputare un luogo della Tuscia, acconcio ed accetto a tutti, per aggregarvi annualmente una fiera universale, aveva prescelto la città di Viterbo, così a cagione della sua fertilità, che della comodità dei vicini”. (C. Pinzi, Storia della città di Viterbo, 1887, volume I, pag. 370 ) Nei documenti viterbesi si legge che nel 1306 due Rettori dell’Arte dei Vasai facevano parte addirittura del Consiglio Maggiore della città, ma dalla seconda metà del XV secolo inizia un irreversibile, seppur lento, declino della produzione ceramica a dell’arte dei vasari tanto che nello Statuto del 1469 si prevede la concessione di speciali agevolazioni e benefici per coloro che avessero incrementato la produzione di ceramica nella città. Tuttavia proprio a questo periodo, in particolare alla prima metà del secolo XV, risale la caratteristica produzione del verde a rilievo e quindi l’affermarsi della decorazione a zaffera, di qualità particolarmente pregiata per il corposo strato di blu cobalto o di fondo perlaceo, realizzato con smalto stannifero. Dal XVI secolo le ceramiche assumono un ruolo fondamentale soprattutto nell’arredo dei palazzi e si arricchiscono di colori e motivi ornamentali. Su piatti e boccali campeggiano ora simboli araldici e armi di famiglia. Sarà il XVII secolo, però, a segnalare le decadenza dall’Arte dei Vasai con l’introduzione dal centro Europa delle produzioni di porcellana.
BIBLIOGRAFIA
Palazzo Brugiotti in Viterbo , Edizioni Sette Città, Viterbo 2005.