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Data:
Orario invernale: 9-12 ; 16 – 18.30 | Orario estivo: 9-12 ; 16 – 18.30
MUSEO DEGLI EX VOTO DELLA BASILICA SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA QUERCIA
LA STORIA
Dell’affetto straordinario dei fedeli verso la Vergine Maria, venerata sotto il titolo di S. Maria della Quercia, sono testimonianza gli ex voto conservati nel piccolo museo adiacente al complesso architettonico della Basilica di Santa Maria della Quercia a Viterbo. Gli ex voto, staccati dalle pareti della chiesa, sono oggi conservati in una sala anticamente utilizzata come “chiostro delle donne”, poi come ripostiglio e, durante i restauri ottocenteschi, come deposito e infine, negli anni successivi alla II Guerra Mondiale, come cinema parrocchiale. Solo a partire dagli anni settanta dello scorso secolo, grazie al forte interessamento di mons. Sante Bagnaia, la Sovrintendenza realizzò in quegli ambienti il Museo degli ex voto, inaugurato il 22 Dicembre del 1978. Presso tale struttura fu conservato tutto ciò che di bello e prezioso era disperso nel complesso monumentale. Per comprendere il motivo per cui furono realizzati gli ex voto bisogna fare un salto nel passato. Durante l’Estate del 1467 la devozione alla Madonna della Quercia si diffuse in maniera straordinaria nel viterbese prima e nel centro Italia poi. Numerosi furono, fin dal primo momento, gli ex voto appesi ai rami della quercia o lasciati sull’altare di tavole costruito ai piedi dell’albero. Alla fine del 1468, i quattro Santesi, incaricati dal Comune di Viterbo di ricevere le offerte e sorvegliare l’amministrazione del luogo, spinti dalla continua richiesta dei numerosissimi devoti, decisero di aprire una “bottega della cera” che avrebbe dovuto soddisfare i desideri dei pellegrini fabbricando e vendendo loro gli ex voto richiesti. La bottega fu costruita accanto alla “chiesa Granne” che oggi è una delle più belle opere rinascimentali della Tuscia e del centro Italia. La famiglia Ciffarelli ebbe la direzione della bottega fino agli ultimi anni del secolo XV, quando i padri domenicani, custodi dell’immagine sacra, facendo il 14 aprile 1497 nuovi “capitoli” con il Comune di Viterbo, ne assunsero la gestione. Da questo momento, nei registri del convento di Santa Maria della Quercia, comparvero le entrate per la vendita di ex voto e i pagamenti per l’acquisto dei materiali occorrenti agli artisti che lavoravano nella bottega, entrate e uscite che i frati dividevano a metà con il Comune di Viterbo. Agli inizi del secolo XVI, i padri domenicani della congregazione di San Marco, di cui il convento della Quercia era una delle roccaforti, chiamarono a lavorare nella bottega alcuni membri della famiglia fiorentina dei Benintendi o Fallimagini, esperti costruttori di ex voto in cera Si trattava spesso di statue a grandezza naturale con telai interni di legno e ricoperte di panno incerato “con bellissime pieghe… Le teste poi erano vote dentro e ritratte dal vivo e dipinte ad olio con quelli ornamenti di capelli e altre cose naturali… che rappresentavano non più uomini di cera ma vivissimi…” . Pur essendo poche le registrazioni che interessano le tavolette votive, sappiamo però dai tanti libri di miracoli e grazie stampati, a partire dal 1571 , circa ogni venti anni che, attaccate alle pareti della chiesa ce ne dovevano essere migliaia. Il viaggiatore francese Michel De Montaigne, durante il suo viaggio in Italia compiuto tra il 1580 e il 1581, visitò la basilica della Madonna della Quercia e scrisse: “… La Chiesa è bella, piena di gran religione e di voti infiniti…”. Gli ex voto staccati dalle pareti della chiesa, insieme ad altri oggetti provenienti dal complesso conventuale, sopravvissero al passaggio degli eventi, arrivando fino ai nostri giorni, conservati negli ambienti del Museo e del anti-Museo della Basilica della Madonna Quercia per essere ammirati.
DESCRIZIONE
Entrando nella Basilica, in corrispondenza di quella che era la seconda cappella della navata sinistra, al di là dell’arco di peperino, si apre l’anti museo, attraverso il quale si accede al Museo degli ex voto della Basilica della Madonna della Quercia.
ANTI-MUSEO
In questo spazio troviamo oggi collocati una serie di opere, tra le quali spicca per la particolarità un ex voto, qui collocato nel 1984 da don Sante Bagnaia, rappresantante una quercia in ferro battuto opera del maestro Antonio Cepparotti (1983).
Vi sono poi altre opere interessanti, come ad esempio un olio su tela con la Madonna della Quercia e santi, opera del XVI secolo, precedentemente conservata sopra l’altare della sagrestia, la cui realizzazione, come suggerito da domenicani in visita al santuario, sembra sia collegata con la cappella dei novizi, raffigurati ai piedi della Vergine della Quercia. Un’immagine simile la ritroviamo nella chiesa del Collegio Papio ad Ascona (Svizzera), attribuita a fra’ Paolino da Pistoia verso la metà del 1500 e poi trasferita dalla Quercia ad Ascona. Sempre nello stesso spazio ritroviamo l’Angelo Custode, olio su tela realizzato nel 1709 per la cappella interna del convento, costruita sopra la sagrestia, attribuito a Pietro Nucci: “…e vicino a detta cupoletta fatta la cappella con quadro dell’angelo custode, stucchi ed altro …” (vol. 115 c. 224v). Il pittore tarquiniese Balduini ha osservato tante affinità tra questo quadro ed un altro che si trova nella chiesa di S. Giuseppe a Tarquinia opera di Pietro Nucci del 1734. Nei restauri ottocenteschi, quando fu ristrutturata la cappella e al suo posto venne realizzata dal Gavardini S. Maria Maddalena , il quadro fu posizionato nell’antisagrestia.
L’anti-Museo custodisce anche Il Battesimo di Gesù Cristo, tavola non completa, prodotta probabilmente nell’ambito della scuola di Sebastiano del Piombo, precedentemente collocata nella chiesa degli Almadiani e poi data in custodia dal Comune di Viterbo alla chiesa della Quercia, dalla quale ebbe in cambio dei frammenti architettonici sistemati nell’orto della Basilica, resti e testimonianze dei distruttivi restauri ottocenteschi. In tale ambiente, si conservano, inoltre, frammenti architettonici recuperati tra i tanti accatastati nell’orto della Basilica, alcuni recuperati da don Sante, altri utilizzati per scopi diversi come due lapidi, una volta collocate sul pavimento della chiesa . Parte di questi sono oggi collocati nel bel boschetto adiacente al convento, utilizzati come sedili e tavoli. Nei pressi dell’entrata all’ex convento, sono poste, infine, una bella Immagine della Madonna con un arme, forse della famiglia Poggi titolare della cappella di S. Domenico oggi distrutta.
Il MUSEO
L’Antiquarium degli ex voto è dal 1978 il Museo degli ex voto della Basilica della Madonna della Quercia, realizzato in una sala nota come Chiostro delle donne. Qui si conservano paramenti sacri, vasi, calici, pissidi, ex voto in argento e statue in bronzo. Tra i diversi affreschi, riportati su tela e posti sulle pareti, il più importante è quello raffigurante la Madonna col Bambino, attribuito a Carolino da Viterbo (XV sec.). Superata la cancellata che separa l’anti-Museo dal Museo vero e proprio, ci troviamo davanti ad un unico grande ambiente, in cui si snoda un percorso espositivo che si sviluppa da destra verso sinistra attraverso due corridoi paralleli separati da una contigua serie di vetrine espositive. La parete di destra ospita ciò che maggiormente attrae l’attenzione dei visitatori all’interno del Museo, vale a dire le tavolette votive con scene dei miracoli della Madonna della Quercia. Delle 206 tavolette, la maggior parte sono dei secoli XVI e XVII; 15 sono della fine del XV secolo, 21 del XVIII ed appena 4 della prima metà del XIX secolo. Qualcuno è una piccola opera d’arte, altri hanno caratteristiche più popolari. Tutti, comunque, sono un canto di riconoscenza alla Vergine Santissima, testimonianza della disperazione vinta. Sono scomparse, al contrario, le statue di cera, di cui fortunatamente rimangono a testimonianza gli acquerelli di Vincenzo Panicale degli inizi del XVII secolo, statue una volta collocate sopra due cornicioni esistenti lungo le pareti delle navate laterali e, le più importanti , appesi alle grandi colonne della navata centrale. Oltre agli ex voto, si potranno contemplare un busto del Redentore probabilmente da attribuire a Giovanni della Robbia; e una raccolta completa di statue di bronzo raffiguranti Cristo e i 12 Apostoli, opera eseguita da fonditori romani intorno alla metà del 1600. Altra interessantissima testimonianza è una cassettina in legno contenente due bandiere turche che Giovanni D’Austria, il comandante la flotta cristiana che vinse i Turchi a Lepanto, donò come ex voto di S. Pio V alla Madonna della Quercia. Sono esposti, inoltre, alcuni corali del 1500 con deliziose miniature, pergamene con lettere brevi di Pontefici, piviali e numerosi paramenti sacri. Tra questi ultimi, alcuni sono di gran pregio e di notevole importanza storica, come il completo di Gregorio XIII del 1581, i paramenti del vescovo tedesco Clemente di Sassonia, consacrato da Benedetto XIII nella chiesa della Quercia, o ancora il completo donato dal Comune di Viterbo per la liberazione dai terremoti del 1695. Inoltre, in apposite vetrine si conservano calici, pissidi, ostensori, oltre a gli ex voto d’argento, raffiguranti personaggi, che dalla Madonna della Quercia furono miracolati. Un’importante informazione da aggiungere riguarda il grande tesoro della basilica, requisito per pagare il riscatto che Napoleone volle per la liberazione di papa Pio VI, prigioniero in Francia, di cui in archivio esiste l’elenco completo: è per questo, dunque, che nel Museo, al di là di quello che ci potremmo immaginare, la presenza di ori ed argenti resta effettivamente esigua.
BIBLIOGRAFIA
Signorelli Mario, Santuario della Madonna della Quercia, Viterbo: storia, Arte e Culto nei secoli, Viterbo 1967.
Gianfranco Ciprin, Francesco Ciprini; La Madonna della Quercia. Una meravigliosa storia di fede, vol. I, II, Viterbo 2005.