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Il museo è ospitato all’interno dell’antico scriptorium dell’abbazia cistercense. E’ un ambiente elegante e ampio, a pianta rettangolare disposto parallelamente ad un lato del chiostro e risalente alla prima metà del XIII secolo.
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MUSEO DELL'ABATE DELLA ABBAZIA DI SAN MARTINO AL CIMINO
STORIA E DESCRIZIONE
Il museo è ospitato all’interno dell’antico scriptorium dell’abbazia cistercense. E’ un ambiente elegante e ampio, a pianta rettangolare disposto parallelamente ad un lato del chiostro e risalente alla prima metà del XIII secolo. La sala è divisa in due navate da tre colonne costituite ognuna da un fascio di otto colonnine e capitelli con decorazione a “foglia d’acqua” dalle quali partono le nervature dei costoloni che dividono l’alzato in otto. Le crociere a loro volta ricadono lungo le pareti su peducci finemente scolpiti. Numerose nicchie, finestre e porte oggi murate, ricordano che questo ambiente, nel periodo monastico comunicava con altri locali abbaziali, quali “il calefactorium”, la biblioteca detta “basaria”, la casa dell’abate, il “locotorium” dove era posto il portale di accesso del monastero, gli orti e le legnaie, essendo la sala dotata di due grandi camini . Non è difficile trovare somiglianze tra questo edificio e quelli affini delle abbazie di Casamari e Fossanova; l’architettura gotica-borgognona della sala ha caratteristiche simili a quella della sua casa madre francese Pontigny. Il portale che da accesso all’ingresso dell’antico scriptorium, oggi sede del museo dell’abate, è posto nell’angolo nord-est del chiostro dell’abbazia, sul prolungamento della facciata est, adiacente al locotorium ed alla sala capitolare. Nell’ambiente che da accesso alla sede museale, sono presenti parti di capitelli provenienti da ritrovamenti effettuati all’interno della chiesa abbaziale durante i restauri eseguiti nel 1966. Entrati nella sala troviamo nella d’accesso frammenti di affresco e tele un tempo pertinenti alla struttua abbaziale. In particolare: un ovatino raffigurante “ Cristo flagellato” Proviene dall’altare del crocifisso che esisteva all’interno della chiesa abbaziale, di un pittore anonimo opera eseguita alla fine del XVIII secolo. Un dipinto su tela raffigurante San Michele Arcangelo e San Martino di Tours. In quest’opera è raffigurato sotto le nuvole il borgo di San Martino ai Monti. Il dipinto ricordato come un “voto popolare” venne commissionato dagli abitanti del borgo ad un pittore anonimo per celebrare la fine della pestilenza del 1657-1659. Segue poi un dipinto su tela raffigurante il pontefice Innocenzo X risalente al 1650 attribuito alla scuola di Diego Velasquez. Questo fu donato dallo stesso pontefice all’abbazia di San Martino ai Monti nell’anno 1653. Di seguito troviamo un dipinto su tela raffigurante San Pietro e San Paolo. Autore ignoto., XVI secolo; e ancora un dipinto raffigurante Santa Veronica Giuliani del pittore Tinti risalente al XVII secolo. La parete d’ingresso termina con un frammento di affresco di epoca monastica (XII secolo ) recuperata dall’interno della chiesa abbaziale raffigurante “San Bernardo di Chiaravalle”; e in ultimo un ovatino raffigurante la “Madonna delle Grazie o Madonna orante”, commissionata nel 1729 ed attribuita al pittore Pietro Tedeschi. Questa opera proviene da un altere settecentesco che esisteva all’interno della chiesa abbaziale dedicato alla Madonna delle Grazie. Continuando il percorso in senso anti orario troviamo nella parete destra una tela raffigurante “S. Giuseppe ed il Bambino” di autore anonimo, risalente alla prima metà del XIX secolo con cornice in legno dorata. Segue nel lato destro una Teca contenente “i reliquiari” dell’abbazia, acquistati dalla Principessa Donna Olimpia Maidalchini Pamphilij per dotarne la sua Abbazia. Opere in legno dorato di elevata manifattura risalgono alla seconda metà del XVII secolo. Tra i più noti ricordiamo i busti raffiguranti e contenenti la reliquia di San Martino di Tours e di San Filippo Neri. Rimanendo nel lato destro del salone troviamo l’eccezionale opera dello Stendardo processionale realizzato da Mattia Preti, e commissionato dalla Confraternita di San Martino nell’anno 1649 in occasione del giubileo 1650, raffigurante sul recto “La Carità di San Martino” e sul verso il “Salvator Mundi”. La parete destra si chiude con un telo di lino che venne posto a protezione dello stendardo di Mattia Preti dalla parte del recto con il “Salvator Mundi”nell’anno 1774 dai priori della Confraternita. Scoperto durante i recenti lavori di restauro, il telo riporta impressa l’immagine di Cristo presente sullo stendardo creando quasi una sinopia. La parete di fondo ospita una teca dove sono posti due crocifissi. Il primo detto “capitolare” di ottima manifattura e risalente al 1300 circa, periodo monastico cistercense. Veniva conservato dai monaci nella sala capitolare dell’abbazia. Il secondo in ottone dorato risalente al XVII secolo. Troviamo poi un Crocifisso in legno dorato risalente al XVII secolo e una teca contenente suppellettili da liturgia in argento XVI-XVII secolo. Nel lato sinistro troviamo una seri di tre teche. La prima contiene una notevole seria di mitrie abbaziali appartenute a vari abati che hanno retto le sorti dell’abbazia dal XVI al XVIII secolo. La seconda di minori dimensioni contiene calici, pissidi ed ostensori in oro e argento di ottima manifattura. Di notevole interesse i due calici del primo ripiano recanti gli stemmi papali e donati all’abbazia dai pontefici Innocenzo X e Pio IX. Infine, l’ultima teca contiene arredi liturgici comprendenti le tre pianete in fili d’oro donate da Donna Olimpia Maidalchini Pamphilij al Pontefice Innocenzo X in occasione della sua visita al Principato di San Martino al Cimino nell’anno 1653. Ed ancora, il piviale di Innocenzo X recante lo stemma del principato di San Martino ai Monti del 1653; il piviale appartenuto al cardinale Giorgio Doria Pamhilij, recante lo stemma del casato Doria Pamphili . Il giro si chiude con le ultime opere conservate in corrispondenza della parete sinistra.
BIBLIOGRAFIA
Colombo Bastianelli “San Martino al Cimino” edito dalla Confraternita del SS. Sacramento e S. Rosario 1999.
Colombo Bastianelli “Le contrade di San Martino al Cimino” 2006.
Archivio storico della Confraternita di San Martino al Cimino.