
Il Centro diocesano di documentazione per la storia e la cultura religiosa riunisce in un’unica sede, presso il Palazzo dei Papi, vari archivi storici e biblioteche ecclesiastiche. In particolare sono conservati: l’Archivio storico diocesano di Viterbo, l’Archivio e la Biblioteca del Capitolo della Cattedrale, la Biblioteca del Seminario interdiocesano di Viterbo e Tuscania, l’Archivio e la Biblioteca della sezione viterbese dell’Azione Cattolica Italiana, gli Archivi di molte parrocchie, confraternite e conventi della Diocesi.
Info: Segreteria Centro Diocesano di Documentazione Tel. 0761/325584 E-mail: cedi.do@libero.it
Giorni di apertura: lunedì 8:30-12:30; martedì 8:30-12:30; mercoledì 8:30-12:30; giovedì 8:30-12:30; venerdì 8:30-12:30 e 14:30-17:30; sabato 9:30-12:30.
CENTRO DIOCESANO di DOCUMENTAZIONE
STORIA
Dispone di diversi ambienti tra cui un’ampia sala di studio per gli utenti ed un salone delle conferenze. Fornisce servizi di fotocopiatura e fotoriproduzione. Il Centro diocesano di documentazione per la storia e la cultura religiosa – inaugurato il 26 maggio 2004 – riunisce in un’unica sede, presso il Palazzo dei Papi, vari archivi storici e biblioteche ecclesiastiche. In particolare sono conservati: l’Archivio storico diocesano di Viterbo, l’Archivio e la Biblioteca del Capitolo della Cattedrale, la Biblioteca del Seminario interdiocesano di Viterbo e Tuscania, l’Archivio e la Biblioteca della sezione viterbese dell’Azione Cattolica Italiana, gli Archivi di molte parrocchie, confraternite e conventi della Diocesi e, dal 2007, anche la Biblioteca del Centro di ricerche per la storia dell’Alto Lazio.
Il Cedido riunisce patrimoni documentari di grande valore costituendo una fonte storica inestimabile. È luogo, non solo di conservazione, ma anche di valorizzazione della documentazione prodotta nel tempo da diverse istituzioni, enti e persone – tutte in qualche modo collegate con la presenza e le funzioni della diocesi viterbese – di fondamentale importanza per la conoscenza della storia e della cultura religiosa di questo territorio. Tra i compiti del Centro è compresa la salvaguardia e la valorizzazione degli archivi e delle biblioteche delle antiche Diocesi di Acquapendente, Bagnoregio, Montefiascone e Tuscania che, dal 1986, sono confluite nella attuale Diocesi di Viterbo e che sono rimaste nelle loro sedi originarie. Per queste importanti istituzioni il Cedido garantisce la conservazione e la consultabilità, in alcuni casi permettendone l’apertura al pubblico, in altri casi consentendovi l’accesso tramite appuntamento.
DESCRIZIONE
Il Centro diocesano di documentazione (CEDIDO) è situato nei locali a piano terra di Palazzo dei Papi. È in questi locali completamente ristrutturati che nell’estate 2003 è avvenuto il trasferimento della documentazione prima conservata in parte all’ultimo piano dello stesso palazzo e in parte in locali adiacenti la cattedrale. Col tempo sono stati raccolti gli archivi di gran parte delle parrocchie della Diocesi che, grazie all’appello del vescovo di Viterbo, sono confluiti in un’unica sede al fine di permetterne una corretta conservazione ed un più agevole accesso e utilizzo. A questi importanti fondi si sono aggiunti gli archivi di Conventi e Monasteri, gli archivi di numerose Confraternite e Arti, l’Archivio del Seminario interdiocesano di Viterbo e Tuscania e l’Archivio della sezione viterbese dell’Azione Cattolica Italiana. Oggi il Centro diocesano di documentazione raccoglie un’ingente quantità di materiale documentario: circa 5000 unità datate tra XIV e XX secolo, ai quali si aggiungono le importanti collezioni bibliografiche raccolte nelle biblioteche del Capitolo della Cattedrale di Viterbo, della sezione viterbese dell’Azione Cattolica (trasferita dalla precedente sede in via del Collegio), dei Seminari di Viterbo e Tuscania (in precedenza custoditi in depositi della Provincia di Viterbo), e del Centro di ricerche per la storia dell’Alto Lazio (che aveva sede a Morlupo). Tra i fondi archivistici conservati presso il Centro diocesano di documentazione si possono ricordare:
L’ Archivio del Capitolo della Cattedrale
Un Archivio costituito dalle carte prodotte dal Capitolo della Cattedrale, un ente composto dai canonici che affiancava il vescovo nelle funzioni di culto e amministrazione e che ne facevano le veci in sua assenza. Conserva documenti risalenti ad un periodo compreso tra XIV e XX secolo (escludendo le pergamene tra le quali la più antica conservata risale all’anno 1031) che, per la maggior parte, hanno carattere amministrativo e contabile. Importanti sono gli Statuti e i Decreti capitolari: registri contenenti le regole che disciplinavano il capitolo e le decisioni che lo stesso capitolo prendeva ogni volta che si adunava. Molti sono, inoltre, gli Inventari dei beni mobili ed immobili, i Catasti, i Libri di amministrazione della “massa capitolare” (l’insieme dei beni di cui i canonici del capitolo godevano in maniera indivisa), i Libri di amministrazione delle prebende (le rendite spettanti a ciascun canonico), i Contratti (chiamati generalmente “instrumenta”), le Ricevute e gli Atti giudiziari. La produzione (e la conservazione) di questa tipologia di documenti era espressamente richiesta ed imposta dal vescovo perché ritenuta importante per l’affermazione dei diritti e privilegi, della giurisdizione, per la tutela del patrimonio ecclesiastico. Non manca, infine, documentazione riguardante gli aspetti liturgici della vita del capitolo come i Libri delle messe, sui quali venivano registrate le celebrazioni delle messe imposte dai lasciti ed i Libri delle puntature sui quali venivano segnate le assenze dei canonici dal coro durante le preghiere comuni. Dell’archivio del capitolo fanno parte anche alcuni archivi aggregati come quello dell’“Associazione del clero viterbese” (che si presentava come un ente autonomo, con una propria personalità giuridica e che riuniva soltanto i chierici secolari) e gli Archivi di alcune Confraternite e Arti che avevano sede nella cattedrale.
L’Archivio della Curia vescovile
I documenti raccolti nell’Archivio della Curia vescovile hanno valore molto diverso: in qualche caso si tratta di norme generali sul governo della Diocesi o delle singole chiese locali, in altri si tratta di attestati e di licenze per questioni molto particolari. In genere si tratta di atti che riguardano la titolarità, la gestione, la conservazione del patrimonio ecclesiastico e del patrimonio riferito ai benefici ecclesiastici. Seguono subito dopo i documenti che riguardano la difesa della giurisdizione episcopale e la possibilità di esercitarla pienamente, difesa ed esercizio che, possiamo immaginare, fossero contestati o limitati sia da parte del clero e dei chierici sia dalle altre autorità che esercitavano il potere sullo stesso territorio.
Il patrimonio documentario oggi conservato è diviso nelle seguenti serie:
Cancelleria episcopale
Atti giudiziari
Atti ecclesiastici
Atti riguardanti ecclesiastici e religiosi
Attuari
Amministrazione della curia
Mensa vescovile
Instrumenta
Atti patrimoniali
Amministrazione delle parrocchie
Archivi dei Vescovi
Visite pastorali
Processi di canonizzazione
Sacre ordinazioni
Bollari vescovili
Atti matrimoniali
Sinodi
Le Miscellanee
Gli Archivi delle Parrocchie
I registri parrocchiali costituiscono, per l’età moderna, una importante fonte per studi di demografia storica, genealogia, sociologia, statistica ed onomastica. L’unicità di queste fonti, soprattutto nelle comunità rurali, si protrarrà fino al periodo napoleonico, quando prenderanno vita l’Ufficio di Anagrafe e l’Ufficio di Stato civile nei Comuni. Tra gli importanti libri sacramentali – che comprendono Battesimi, Cresime, Matrimoni, Morti ed il censimento degli Stati delle Anime – sono conservate anche le carte relative alle diverse attività svolte dalla parrocchia, all’amministrazione dei suoi beni, alle confraternite che vi hanno avuto sede, alle parrocchie soppresse divenute chiese dipendenti o filiali o altri organismi ecclesiastici (cappellanie, ecc.) dai quali poi la stessa ha avuto origine, per trasformazione o per fusione, alla fervida attività di beneficienza promossa e attuata dalla parrocchia nel corso dei secoli.
Le parrocchie che hanno depositato i loro archivi presso il Cedido sono:
Viterbo
S. Andrea Apostolo
S. Angelo in Spata
SS. Faustino e Giovita (o semplicemente S. Faustino)
SS. Giacomo e Martino
S. Giovanni Battista degli Almadiani
S. Giovanni Evangelista (o S. Giovanni in Zoccoli)
S. Leonardo
S. Lorenzo (Cattedrale)
S. Luca,
S. Marco
S. Maria dell’Edera (o S. Maria dell’Ellera)
S. Maria delle Farine
S. Maria in Poggio
S. Maria Nuova
S. Matteo in Sonsa
S. Pellegrino
S. Simeone
S. Sisto
S. Stefano
Canepina
S. Maria Assunta
S. Michele Arcangelo
S. Rocco
S. Maria in Porciano
S. Giuseppe
S. Pietro
Vetralla
S. Maria del Soccorso
S. Andrea
S. Antonio Abate
SS. Giacomo e Filippo
Villa S. Giovanni in Tuscia
S. Giovanni
Barbarano
S. Maria Assunta
Civitella Cesi
S. Maria e S. Leonardo
S. Martino al Cimino
Abbazia di S. Martino
Gli Archivi delle Confraternite di Viterbo e diocesi
L’elevato numero di confraternite presenti e attive a Viterbo in età medievale e moderna testimonia la carità che anima l’operare dei viterbesi, che li spinge ad aiutare i poveri della città, ad aggregarli sotto la loro protezione, a sostenere i bisognosi, a confortare i condannati a morte e a pregare per le anime del purgatorio.
Il fondo è costituito dei documenti delle seguenti confraternite:
Viterbo
Confraternita del Gonfalone
Confraternita di S. Egidio
Confraternita di S. Maria della Cella
Confraternita del SS. Nome di Gesù
Confraternita del SS. Crocefisso in S. Clemente
Confraternita di S. Leonardo
Compagnia di S. Biagio
Compagnia del SS. Nome di Dio e Carità
Compagnia di S. Carlo
Compagnia di S. Rocco
Compagnia del Suffragio
Compagnia della Morte
Compagnia del SS. Sacramento
Confraternita di S. Giovanni Decollato o della Misericordia
Oratorio di S. Girolamo
Oratorio di Maria SS.ma della Grotticella
Bagnaia
Confraternita del Gonfalone
Confraternita dei SS. Antonio e Rocco
Confraternita dei SS. Carlo e Ambrogio
Canepina
Compagnia del Pianto
Confraternita del SS. Rosario
Compagnia del SS. Sacramento
Villa S. Giovanni in Tuscia
Confraternita di S. Maria della Neve
Gli Archivi delle arti di Viterbo
Le corporazioni di arti e professioni nascono con il compito dell’aiuto reciproco e della tutela dei comuni interessi fra le diverse categorie di artigianato. Il principale scopo delle arti è di proteggere tutti i lavori artigianali ma, col tempo, acquistano voce anche sulle questioni di ordine pubblico e sui contrasti che possono nascere in materia di produzione, commercio, concorrenza e mercato. Producono documentazione di rilevante interesse per studi sull’attività economica e commerciale della Città.
Il fondo è costituito da libri di amministrazione, attuari, statuti e libri dei decreti delle diverse categorie:
Arte dei calzolai
Arte dei fabbri ferrai
Arte dei muratori
Arte dei falegnami
Arte dei sarti
Arte dei mercanti
Arte dei barbieri
Arte degli speziali
Arte degli ortolani
Arte degli olitori
Arte agraria.
Gli Archivi dei conventi e dei monasteri di Viterbo e di altre località della Diocesi
I monasteri hanno svolto, nel corso della storia, un ruolo emblematico nel contesto della società; hanno costituito importanti centri di potere politico ed economico e punti nevralgici per la diffusione della cultura. Il fondo è costituito di: interrogazioni preventive effettuate per ogni fanciulla (le cosiddette “Esplorazioni”) volte ad evitare le reclusioni obbligate; il controllo delle probande, delle novizie e delle professe volto a giudicare l’idoneità alla professione dei voti; libri di amministrazione (attuari, registri contabili, catasti, libri mastri, ecc.) destinati a rendere ragione delle entrate e delle rendite di molti monasteri femminili della Città e della Diocesi:
Viterbo
convento di Santa Maria della Verità
monastero di Santa Maria Egiziaca
convento di Santa Maria in Gradi
convento della Santissima Trinità
conservatorio delle Zitelle Sperse
monastero di San Domenico
monastero di Santa Maria della Pace
monastero della Visitazione di Maria Santissima
monastero di San Bernardino
convento di Santa Maria del Carmine
convento di Santa Maria della Palomba
monastero di Sant’Agostino
monastero di Santa Caterina Vergine e Martire
monastero di Santa Rosa
convento di San Giovanni Battista
Soriano nel Cimino
convento di Sant’Agostino
Tuscania
monastero di San Paolo
Vetralla
convento di Sant’Angelo
L’Archivio della Diocesi di Bagnoregio (Bagnoregio, P.zza cavour)
La sede vescovile di Bagnoregio, istituita nel VI secolo, si ampliò nel XII secolo con l’annessione della diocesi di Bomarzo. In seguito all’erezione della diocesi di Viterbo, a Bagnoregio fu unito il territorio di Montefiascone, che ne fu distaccato nel 1369 quandi fu istituita la nuova cattedra vescovile. Agli ultimi anni del XVII secolo risale il trasferimento, autorizzato da Innocenzo XII, della Cattedrale da Civita alla chiesa dei SS. Nicola e Donato a Bagnoregio a causa dei danni che l’antica cattedrale aveva subito per il terremoto del 1695. Le vicende della diocesi risentono della dominazione francese, e del decreto, datato 12 agosto 1810, con il quale Napoleone abolì la Diocesi ponendola alle dipendenze di quella di Montefiascone. Fino alla caduta del governo napoleonico, avvenuta nel 1814, la chiesa bagnorese resta governata da vicari capitolari. Nel 1986, con la ristrutturazione delle diocesi italiane, Bagnoregio è stata unita a Viterbo.
La documentazione relativa alla diocesi di Bagnoregio è oggi conservata nell’antica sede della curia vescovile accanto alla cattedrale (piazza Cavour). Della documentazione esiste un inventario dattiloscritto fatto da Mons Galliano Moncelsi che riguarda l’Archivio della curia, mentre un inventario analitico informatizzato dell’Archivio del capitolo della cattedrale è stato realizzato da Monica Ceccariglia e Danila Dottarelli. Gli inventari sono depositati presso il CEDIDO. L’Archivio diocesano è consultabile per appuntamento.
L’Archivio della Diocesi di Montefiascone (Montefiascone, p.zza S. Margherita)
La diocesi di Montefiascone, sorta nel 1369, venne estesa nel 1436 con l’unione della diocesi di Tarquinia (Corneto). Nel 1854 Corneto viene aggregata a Civitavecchia e Montefiascone tornò ad essere diocesi indipendente fino al 1986 quando le cinque diocesi originarie del Lazio (Montefiascone, Acquapendente, Bagnoregio, Viterbo e Tuscania), vengono soppresse ei loro territori uniti nella diocesi di Viterbo. L’archivio diocesano di Montefiascone è conservato negli uffici dell’antica curia diocesana di Montefiascone in piazza S. Margherita. È ordinato e dispone di un inventario cartaceo consultabile presso il CEDIDO, la consultazione delle carte è possibile per appuntamento.
Le Biblioteche dei seminari delle antiche Docesi
Il CEDIDO promuove la conservazione e la valorizzazione delle biblioteche dei seminari delle antiche diocesi dell’Alto Lazio, oltre a quelle dei seminari di Viterbo e Tuscania di cui si è già detto. Si tratta delle seguenti biblioteche:
La Biblioteca del Seminario di Viterbo
Più scarse le notizie relative alla Biblioteca del Seminario interdiocesano di Viterbo e Tuscania, oggetto ancora oggi di studio e di ricerca. Il patrimonio complessivo si aggira attorno agli 8.000 volumi che coprono un arco cronologico compreso tra il XVI secolo e gli inizi del XX secolo. Occorre precisare che sotto la denominazione “interdiocesano” sono state riunite nel secolo scorso, due raccolte che in origine si sono costituite separatamente con caratteristiche e identità distinte: stiamo parlando della Biblioteca del Seminario di Viterbo e quella della Biblioteca del Seminario di Tuscania, conservate oggi in due locali diversi all’interno del CEDIDO.
La Biblioteca del Seminario di Viterbo collocata nella grande sala delle conferenze all’interno di scaffali metallici, ha un patrimonio di circa 4100 volumi. L’obbligo di istituire un seminario in ogni diocesi fu all’origine della fondazione di un seminario a Viterbo come diretta conseguenza dei decreti tridentini del 1563; la creazione di una biblioteca fu quindi uno strumento necessario di sussidio alla preparazione dei seminaristi. Naturale che la scelta dei testi riguardasse le tematiche principali delle discipline insegnate come la teologia, la storia, la filosofia; si tratta di una raccolta molto ampia ed articolata quella conservata negli scaffali di questa biblioteca, dove si possono recuperare veri e propri manuali di studio e consultazione destinati sia agli studenti che ai professori; parimenti vi sono libri di omelie, vite esemplari di santi, biografie di personaggi illustri; molte le opere di autori classici sia greci che latini, insieme ad altre materie di studio rappresentate dai testi di diritto civile, ecclesiastico e canonico; ed ancora libri di geografia, scienza, medicina, di eloquenza, vocabolari, antologie poetiche, poemi epici e cavallereschi.
La Biblioteca del Seminario di Tuscania
La Biblioteca del Seminario di Tuscania, conservata in un locale attiguo alla Biblioteca capitolare, è costituita da 3700 volumi, di questi 279 sono edizioni del XVI secolo. L’origine di questa raccolta è da rintracciare sia nella biblioteca del convento degli Agostiniani, soppresso durante il periodo napoleonico, sia nelle donazioni di privati e nei libri acquistati dai padri Gesuiti che insegnarono in quel Seminario sino al 1849. Nel 1928 per decreto della Sacra Congregazione i due seminari di Viterbo e di Tuscania vengono fusi col nome di “Seminario Interdiocesano” con sede a Viterbo. Con la chiusura del collegio di Tuscania motivata da mancanza di alunni e da difficoltà economiche la raccolta di questa biblioteca comincia a disgregarsi: nel 1934 una parte della biblioteca di Tuscania confluisce presso il Seminario pontificio di S. Maria della Quercia a Viterbo per arricchire la nuova biblioteca. Nel 1964 i libri verranno prelevati da Tuscania e depositati presso alcuni locali di proprietà dell’amministrazione provinciale di Viterbo unendosi a quelli del seminario di Viterbo. In questi ambienti le due biblioteche sono rimaste per ben 45 anni. Durante questo periodo è stato redatto un inventario cartaceo di tutti i volumi che viene ancora oggi usato come principale strumento di indagine di questa documentazione.
La Biblioteca del Seminario Barbarigo di Montefiascone.
La biblioteca del Seminario Barbarigo di Montefiascone è costituita di due sale, la prima – originariamente detta di “Teologia” e successivamente trasformata in “Gabinetto di fisica e chimica” – comprende circa 11000 volumi di cui 128 pubblicazioni a stampa del XVI secolo; la seconda – l’originale biblioteca del seminario – contiene circa 4300 volumi di cui una decina di incunaboli, 70 manoscritti principalmente del XVIII secolo, 220 edizioni a stampa del XVI secolo, 1000 del XVII, 700 del XVIII e 100 del XIX. Oggi una parte delle opere del Seminario Barbarigo (735 volumi) si trova nella biblioteca del Seminario della Quercia.
La Biblioteca del Seminario Regionale della Quercia.
La biblioteca del Seminario Regionale della Quercia possiede, secondo l’Annuario delle Biblioteche Italiane, 7000 volumi in parte, provenienti dai seminari vescovili dell’Alto Lazio (Acqua pendente, Montefiascone, Civita Castellana, Orte, Nepi, Sutri, Tuscania e Viterbo) e, in parte, da acquisti fatti successivamente al 1933 e fino alla fine degli anni Settanta.
La Biblioteca del Seminario di Acquapendente.
La biblioteca del Seminario di Acquapendente conservata nei locali dell’antica curia vescovile, comprende circa 3000 volumi ed opuscoli. La collezione venne costituita nel XIX secolo con i lasciti Focaccetti, Costantino de Andreis e Ferdinando Sermini.
La Biblioteca del seminario di Bagnoregio.
La biblioteca del Seminario di Bagnoregio, consta di circa 9000 volumi, di cui 400 cinquecentine ed incunaboli; risulta formata dalle collezioni dell’ex convento degli Agostiniani e del lascito del card Gaetano Baluffi.