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CHIESA DI SANTA MARIA DELLA CARBONARA
STORIA e DESCRIZIONE
La Chiesa di S. Maria della Carbonara, situata sulla antichissima via S. Antonio (transitante sotto il ponte del Duomo), risale al XII secolo, ma purtroppo ha perso la maggior parte degli elementi decorativi di una volta. Fu sede nel medioevo dei templari e nel 500 fu affidata ai Cavalieri di Rodi (divenuti poi di Malta) e proprio a cura del Sovrano Militare Ordine di Malta la chiesa fu restaurata nel 1964. Vi fu conservato a lungo il dipinto bizantino della Madonna della Carbonara, oggi nel Museo del Colle del Duomo, mentre nella Cattedrale è esposta una copia. Durante il medioevo nella via dove sorge la chiesa, a difesa della città di Viterbo, venivano scavati dei larghi fossati, muniti di palizzata, chiamati carbonaie o carbonare; proprio presso una di queste fu edificata la chiesa in esame denominata non a caso della Carbonara. La stessa, costruita tra la fine del XI e l’inizi del XII secolo, rappresenta uno degli esempi artistici di influsso romano-barbarico con facciata arricchita da decorazioni colorate in ceramica oggi totalmente scomparse, così come perduto è il dipinto, che si trovava in posizione centrale, raffigurante il Salvatore accompagnato da due angeli in adorazione. Attualmente l’abside è in parte coperta da un fabbricato più recente, di originale permangono soltanto delle bifore con duecenteschi archetti romanici. All’interno la chiesa custodiva il dipinto della Madonna della Carbonara, una tela inchiodata ad una possente tavola che riproduce l’immagine della Vergine con il Bambino in grembo. L’autore dell’opera, di gusto bizantino, ha lasciato un’iscrizione sotto le figure del dipinto: “Alma Virgo parit quem falsa sofia negavit” per alludere con queste parole all’eresia dei Nestoriani che negando l’incarnazione di Cristo non riconoscevano la maternità divina di Maria. Tale eresia fu ripresa in Italia nel XIII secolo dai Patarini che si istaurarono anche nella città di Viterbo. La tavola pittorica, con molta probabilità, si può considerare la risposta dei credenti viterbesi all’eresia in questione. Nel 1911 il dipinto fu collocato nella Cattedrale dove, nel 1986 venne trafugato; oggi, grazie al suo ritrovamento per opera dei carabinieri si conserva nel Museo Diocesano. Attualmente, la Chiesa è utilizzata da una comunità ortodossa.
La religione cristiana nasce in Palestina nel primo secolo e diventa una delle grandi religioni mondiali, al centro del cristianesimo vi è la figura di Gesù, un ebreo nato nella città di Betlemme nel primo secolo dell’era che da lui prende il nome di “cristiana”. Su Gesù si hanno notizie grazie ai quattro Vangeli canonici e da quelli apocrifi dove si narra che lo stesso sarebbe il figlio di Dio nato miracolosamente, per opera dello Spirito Santo, da una Vergine ebrea di nome Maria. Gesù a circa trent’anni cominciò a predicare il Vangelo, ma fu accusato di bestemmia e venne catturato e processato dal Sinedrio quindi crocefisso alla vigilia della festa ebraica di Pesaci. Tre giorni dopo la sua morte la sua tomba fu trovata vuota ed apparve vivo ai suoi discepoli, infine, ascese al cielo alla destra del Padre.
Nel corso dei secoli, il cristianesimo si è diviso, sia per motivi storico-politici che teologici-dottrinali, in una moltitudine di gruppi tutti, comunque, uniti dal concetto della fede anche se esistono diversi modi di vivere la stessa: la confessione cattolica della fede cristiana, la confessione protestante della fede cristiana, la confessione ortodossa della fede cristiana. La fede cristiana ha stretti legami con quella degli ebrei, infatti, il Dio Padre di Gesù che ha fatto risorgere dalla morte il proprio figlio, per la redenzione dell’umanità, è il medesimo Dio degli ebrei, nonostante ciò sorsero fin dall’inizio diversi contrasti tra la cristianità occidentale e quella orientale. Lo scisma del patriarca Sozio (864-868) aveva, ben presto, preannunciato la gravità della situazione che precipitò nel 1054, quando il patriarca Michele Cerulario divise definitivamente la cristianità orientale da quella occidentale: i cristiani d’oriente chiamarono se stessi “Ortodossi” cioè seguaci della retta dottrina. A partire dal Concilio Vaticano II il cammino di avvicinamento tra le due chiese ha fatto grandi passi ed ha avuto il suo culmine nel 1964 grazie all’incontro tra il papa Paolo VI ed il patriarca Atenagora durante il quale entrambi ritirarono le reciproche scomuniche del 1054.