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CHIESA DI SANTA MARIA DELLA PESTE - SACRARIO DEI CADUTI
STORIA E DESCRIZIONE
Il tempietto, oggi Sacrario ai Caduti, è una graziosa costruzione ottagonale, arieggiante l’ architettura bramantesca. Fu costruita per un voto fatto in seguito alla pestilenza o del 1493 o del 1501, a spese, come attesta l’ iscrizione del pavimento, di Paolo Mazzatosta e di un tal Martino conciatore di grano: PAULU MAZZATOSTA – MARTINU CONCIATOR DI GRANO F. e dipinto da quel Paolo Nicolai indicato nella iscrizione: “(PAU)LUS (NI)COLAI PINSIT. Un pregevole pavimento rinascimentale ricopre per intero l’ area ottagonale del tempietto ed è costituito da piccole mattonelle quadrate di 9 cm. di lato. I colori delle mattonelle sono in prevalenza blu cobalto ed arancio e tutte sono riquadrate con una semplice cornicetta in blu. Vi sono dipinti diversissimi ornati: dai motivi floreali e geometrici, a quelli animali come lumache, lepre, delfino e varie specie di uccelli; a profili grotteschi di gnomi, con strani corpi, ad uno dei quali con lunghe orecchie asinine, esce una lingua gialla; non mancano teste di dame e cavalieri, in profili caricaturali. Lo stemma gentilizio dei piccolomini, le cinque lune disposte in croce, presente su di una mattonella, ci porterebbe a considerare che il pavimento sia stato eseguito durante il pontificato di PIO III nel 1503 che durò soltanto alcuni mesi.Oltre le iscrizioni indicanti i committenti e l’ artista, ve ne sono altre tipo: PAX VOBIS – PAX VIC DOMO… MARIA, ed altri frammenti che sottolineano l’ intenzione devozionale nei riguardi di Maria, alla quale era attribuito il merito di aver posto fin alla pestilenza. Nel suo complesso questo pavimento si presenta vivacissimo, in quanto l’ artista si è servito degli elementi più disparati per raggiungere l’ effetto che voleva ottenere,; però esso non ha nulla a che fare con la sobria maestosa armonicità di quello della cappella Mazzatosta, dove tratti sapienti di mano agile e sicura ed esperienza di cottura rivelano le notevoli capacità dell’ artista ceramista. Un motivo stilistico che accomuna i due pavimenti siti nella cappella Mazzatosta e nel tempietto di Santa Maria della Peste, è la realizzazione in vena umoristica – caricaturale, di profili e ritratti umani, dal segno estremamente elementare assai usato nella pittura vascolare viterbese del quattrocento e forse strettamente legato allo spirito di gaiezza che la cittadinanza i Viterbo perpetuava in feste, giuochi e spettacoli popolari come ci narra il cronista Niccolò della Tuccia e ci attestano gli Statuti Comunali. Un motivo, invece, che diversifica i due pavimenti va ricercato non solo nell’ importanza grafica delle opere, ma nella stessa qualità di esecuzione pittorica e di cottura delle formelle che li costituiscono, diversità che ci conduce ad ipotizzare il lavoro di due diverse botteghe come esecutrici dei pavimenti. Si tratta, in ogni caso, di opere di notevole levatura, capaci di ben caratterizzare l’ambiente socio culturale in cui hanno trovato origine e collocazione: Viterbo Rinascimentale.