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FONTANA DEL PALAZZO COMUNALE O DEI PRIORI
LA STORIA
La realizzazione della fontana del cortile del palazzo, sede del governatore del Patrimonio, poi dei priori ed oggi del sindaco, venne intrapresa nel 1624 per volere del Consiglio Comunale. È opera degli scalpellini Antonio Pieruccio, Agostino Prosperi e Leonetto Corrarini su disegno attribuito al pittore viterbese Filippo Caparozzi, artefice anche dell’elegante balaustra del cortile e delle due nicchie laterali. I lavori si protrassero ben oltre il 1624. Nel maggio del 1625 la costruzione del muro per l’ampliamento del chiostro e per la fontana, pur iniziata, veniva giudicata imperfetta con il rischio che non si potesse portare a compimento, data la mancanza dei fondi necessari. I lavori proseguirono a partire dagli ultimi mesi del 1627, con l’intento di sistemare l’intero cortile del palazzo, fontana compresa. Purtroppo però nel 1635 e nel 1637 violenti nubifragi danneggiarono la fontana tanto da pregiudicarne la stabilità. Nel corso del XIX secolo la fontana ha subito diversi interventi di consolidamento che ne hanno alterato l’aspetto. Ad esempio i due leoncini rampanti posti sulla sommità che sorreggono la palma sono stati scolpiti nel 1898 da Carlo Jelmoni. Rievocazione dello stemma cittadino, essi si distinguono per la loro elegante agilità in contrasto con l’aspetto dignitoso e austero delle raffigurazioni medievali.
DESCRIZIONE
La fontana, posta su tre gradini che fungono da base, contornati da un profondo incasso per lo scolo delle acque, è formata da due coppe sovrapposte con vasca mistilinea. Sul parapetto della vasca compare lo stemma del genovese Girolamo Grimaldi, vice legato e poi governatore di Viterbo dal 1625 al 1628. In cattivo stato di conservazione, riproduce un’aquila con le ali spiegate e la testa rivolta verso destra. Due coppie di delfini dai grandi occhi poste a raccordo delle due vasche conferiscono alla fontana un profilo molto elegante. Essi sostengono con la coda la prima coppa di forma ovale, la quale lascia uscire l’acqua dalla bocca di quattro leoni. Sopra, sostenuta da una colonnina sagomata e decorata a squamette, è l’ultima coppa, più piccola della precedente. Anch’essa è di forma ovale e lascia cadere l’acqua grazie a delle fessure eseguite sul bordo della coppa stessa, creando un effetto pioggia assai suggestivo. In alto è posto un gruppo bronzeo, allegoria dello stemma cittadino, ovvero la palma di Ferento affiancata da due leoni con le zampe anteriori poggiate su di essa e con la testa rivolta verso Palazzo dei Priori. Fungono da cornice alla fontana una balaustra recante motivi a squamette e due fontane inserite in altrettante nicchie con coppa ellittica poggiante su di un piedistallo a forma di lira, riccamente decorato. L’acqua fuoriesce da un tubicino che un leone tiene tra le fauci, il tutto coperto da una doppia conchiglia a volta recante, all’estremo dell’arco, un’altra testa leonina. Sulla sommità è posto un vaso.
BIBLIOGRAFIA
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